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Questo non è un libro per chi cerca complimenti. È per chi vuole sporcarsi le mani, sbagliare, riprovare, e magari scoprire qualcosa di sé mentre monta, impasta, impreca e maledice qualcuno o qualcosa. Perché una cassata o un Mont Blanc dicono parecchio di chi ha deciso di prepararli. E una crostata alla confettura può insegnare la costanza meglio di un manuale di crescita personale. Il Dolce è una scuola: dalle basi fondamentali – le frolle, le creme, le masse montate – fino alle preparazioni più tecniche, ma non promette la perfezione. È
un libro per chi vuole imparare davvero, che vi farà amare la
pasticceria. È un libro per chi sa che la cucina è uno spazio franco, un
rifugio, una specie di condanna, una voce fuori campo, un
confessionale. In fondo, cos’hanno in comune una Saint-Honoré, un plumcake marmorizzato e un savarin fatti in casa? Un ingrediente più di tutti: la verità.
«Sofia è una Cattivissima Lei che ha deciso di esaltare metaforicamente il potere stregonesco della cucina.» Angela Frenda, Cook. Corriere della Sera.