L’intelligenza alimentare è una facoltà innata: un sapere profondo che unisce istinto, emozioni e consapevolezza. Proprio come l’intelligenza emotiva di Goleman o le intelligenze multiple di Gardner, anche questa forma di intelligenza si sviluppa ascoltando il corpo, coltivando la presenza, integrando sensazioni e conoscenze. Tutti ne siamo dotati, ma spesso è soffocata da decenni di condizionamenti, diete imposte e sensi di colpa: si tratta di imparare a risvegliarla, e coltivarla. Irene Luzi, psicoterapeuta, ecopsicologa e igienista naturale, mostra come riconnettersi al cibo vero, non quello ridotto a numeri, ma quello che ha ancora un profumo, un colore, una storia. Perché il nutrizionismo, con il suo approccio frammentato, ci ha insegnato a temere il cibo invece di viverlo, a calcolarlo invece di sentirlo. Al centro di questa rivoluzione silenziosa c’è il microbiota intestinale: una rete invisibile che regola umore, energia, immunità e desideri. Nutrirlo bene significa cambiare tutto, dal piatto alla mente. Intelligenza alimentare, quindi, non propone l’ennesima dieta restrittiva: è una via per tornare in sintonia con il proprio corpo, con la natura e con una forma di libertà che non ha bisogno di imposizioni. È un invito a lasciar andare la confusione e riscoprire il piacere di nutrirsi davvero.
«Quando è successo che abbiamo smesso di ascoltare noi stessi? Quando abbiamo cominciato a credere che fosse più affidabile un numero sullo schermo o un consiglio generico, piuttosto che il nostro corpo che parla? La verità è che non esiste regola più saggia di quella che nasce dal dialogo con il proprio corpo. Il nostro organismo è incredibilmente intelligente: sa di cosa ha bisogno, quando e quanto. Il problema è che, pieni di informazioni, regole, paure e sensi di colpa, abbiamo perso l’abitudine di ascoltarlo.»